“Breathing Himalaya – Impariamo a respirare” è un’iniziativa educational in grado di coinvolgere scuole, associazioni e famiglie nata dalla collaborazione tra il Comitato Ev-K2_CNR e Interactivecom, che punta a promuovere, tramite una mostra/evento itinerante e interattiva, una “cultura della salute”.
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(Foto R.R.F.) |
Come riuscire a coniugare solidarietà e cultura della salute in un’unica iniziativa?
La risposta arriva da “Breathing Himalaya – Impariamo a respirare”, un originale progetto nato dalla collaborazione tra il Comitato Ev-K2-CNR, punto di riferimento nella ricerca sulla fisiologia d’alta quota, e Interactivecom, società di Milano che si occupa di comunicazione digitale.
I responsabili del progetto hanno offerto un riscontro della sua prima fase lo scorso dicembre a Palazzo Castiglioni a Milano, con l’ausilio di un interessante reportage fotografico realizzato “sul campo”.
In sintesi, Breathing Himalaya prende origine dall’esperienza del preesistente programma SHARE (sempre promosso dal Comitato Ev-K2-CNR), rivolto al monitoraggio dell’inquinamento ambientale e domestico e alla raccolta di dati sull’incidenza delle patologie respiratorie nelle valli d’alta quota del Nepal, per evolversi in un’iniziativa educational in grado di coinvolgere scuole, associazioni e famiglie.
I dati raccolti dal Comitato Ev-K2-CNR, che gestisce il Laboratorio-Osservatorio Piramide a 5.050 metri di quota sul versante nepalese del monte Everest, si trasformano così in un momento di informazione e riflessione su una esperienza tutta italiana di studio e solidarietà.
Tramite una mostra/evento itinerante e interattiva, si vuole promuovere, soprattutto tra il pubblico più giovane, una “cultura della salute”, sottolineando l’importanza di una diagnosi precoce nella prevenzione della BPCO (Broncopneumopatia Cronica Ostruttiva) e delle malattie cardiovascolari ad essa correlate.
Se tra i fattori di rischio accertati della malattia (quarta causa di morte al mondo) il più importante è senza dubbio il fumo, non bisogna tuttavia sottovalutare l’incidenza dell’inquinamento, sia esterno dovuto alle emissioni dei veicoli, sia domestico prodotto dai combustibili utilizzati per cucinare e riscaldare ambienti mal ventilati.
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(Foto R.R.F.) |
Le popolazioni più esposte all’inquinamento indoor sono quelle delle aree in via di sviluppo dove vengono utilizzate le biomasse (legna, sterco, residui del raccolto) per il riscaldamento e la cucina, bruciandole in bracieri aperti, spesso in assenza di camini. Generalmente è piuttosto difficile diversificare il ruolo di questi fattori di rischio, dato che spesso la popolazione è esposta ad almeno due di questi.
Esistono però delle popolazioni che vivono in aree montane o rurali raggiungibili solo a piedi, quindi non esposte ad inquinamento esterno ma solo a quello degli ambienti domestici: è anche per questo che le ricerche condotte in questi luoghi dal Comitato Ev-K2-CNR acquistano grande rilievo, grazie alla raccolta di dati estremamente significativi.
Come sostenere il progetto
L’iniziativa richiede il sostegno di istituzioni, enti e aziende a qualsiasi titolo vicini alle tematiche della salute e della prevenzione. I contributi potranno essere di varia forma, economici e di supporto logistico, tutti comunque finalizzati sia alla produzione dei materiali educazionali, sia alla realizzazione del maggior numero possibile di eventi locali.
Un primo calendario degli eventi sarà disponibile a partire da fine gennaio 2012.
Per ogni informazione sul progetto:
infonews@breathinghimalaya.org